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La Sostenibilità ovvero la salvezza della Terra

 Il suolo è una risorsa essenzialmente non rinnovabile ed è per questo motivo che deve essere protetto e utilizzato correttamente

La sostenibilità ovvero la salvezza della terra.Nel dicembre del 2012, Nature & More, insieme alla FAO e a molte altre Ong, ha lanciato la campagna “Save Our Soils” (salviamo la nostra terra), conclusasi nel dicembre del 2015, proclamato “International Year of Soils” (Anno Internazionale dei Suoli). La campagna è tuttora in essere e ha come “patrona”  Vandana  Shiva,  fondatrice dell’associazione Navdanya International, che ribadisce con forza: “La salute del pianeta e la salute delle persone sono una cosa sola”.

“Save our soils!” è ormai un monito gridato in tutto il mondo con forza e fermezza, perché una terra malata non potrà mai dare buoni frutti o non darli affatto. E non si tratta di un’affermazione scontata, come è testimoniato da tavole rotonde, conferenze, forum mondiali organizzati con ciclicità, per sottolineare l’urgenza e la gravità di uno dei problemi più allarmanti che travaglia il nostro pianeta.

La terra malata

Gli scenari e gli ambiti coinvolti in questa corsa snaturata all’agricoltura estrattiva commerciale, basata sull’utilizzo dei concimi chimici e sullo sfruttamento intensivo dal quale trarre il massimo del profitto possibile, sono molteplici e strettamente connessi tra loro.

Non si può prescindere infatti dal tema economico, ambientale, sociale senza trascurare l’elemento culturale che, trasversalmente, è comune a tutti gli altri.

La parola chiave, il perno di una possibile soluzione si concretizza e si compendia nell’aggettivo   sostenibile, declinato in ogni sua possibile accezione: agricoltura sostenibile, sviluppo sostenibile, ecosistema sostenibile per arrivare alla definizione di sostenibilità, che la FAO (Food and Agricolture Organization of the United Nations) sancisce nel FAO Council del 1989:

 … la Sostenibilità è la gestione e la conservazione delle risorse naturali, l’orientamento ai cambiamenti tecnologici ed istituzionali in maniera da soddisfare le esigenze umane per le generazioni presenti e future. Tale sviluppo sostenibile (nel settore agricolo, forestale e della pesca) mira alla conservazione del suolo, delle acque, delle piante e degli animali, non impatta sull’ambiente, è tecnologicamente appropriato, economicamente percorribile e socialmente accettabile.

Già verso la fine degli anni Settanta qualche audace imprenditore agricolo aveva iniziato a sperimentare nuove vie, nuovi metodi di coltivazione rispettosi dell’ambiente e del suolo ma, con il trascorrere del tempo, è diventato sempre più indifferibile adottare i principi propri dell’agricoltura sostenibile sia nei Paesi sviluppati sia nei Paesi in via di sviluppo, attraverso le varie metodologie colturali: agricoltura biologica, biodinamica, naturale, agroecologiapermacultura per la salvaguardia del territorio.

Best Practices

Per raggiungere un risultato migliore, però, si può e si deve fare di più e, nell’utilizzo dei principi dell’agricoltura biologica, alcune aziende agricole non si sono limitate ad applicare pedissequamente il protocollo del Regolamento europeo che ne stabilisce le linee guida, ma con le Buone Pratiche (Best Practices) di Agricoltura, hanno perseguito con tenacia l’ottimizzazione dei loro metodi di coltivazione e cura dei loro prodotti, incrementandone la qualità, con altrettanti benefici per l’ambiente e la biodiversità.

In viticoltura, per esempio, è fondamentale un controllo capillare delle vigne, quasi foglia per foglia, con riduzione dell’uso di rame e di zolfo e affiancando questi elementi con propoli e alghe per l’autodifesa.
Gli ulivi devono essere sottoposti a un monitoraggio costante, che è fondamentale soprattutto nella lotta contro la mosca olearia.
Nella fertilizzazione con l’azoto sarebbe una regola primaria evitarne il surplus, perché nuoce all’ambiente e alle piante che vanno nutrite in maniera equilibrata.

È molto importante dedicare particolare attenzione agli insetti utili, antagonisti di quelli nocivi, per i quali sarebbe opportuno allestire ricoveri.
Esistono naturalmente anche altre “buone pratiche” più o meno impegnative che andrebbero incrementate come l’aspetto evolutivo, il pensiero innovativo, “armonia-convivenza-rispetto”, tutte finalizzate alla salvaguardia della biodiversità, del terreno e dell’ambiente, elementi fondamentali per la salvezza della Terra.

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