Felicetti-pastificio-Predazzo

World Pasta Day

Un “World Pasta Day” speciale, dedicato al Pastificio Felicetti, il pastificio più alto d’Europa, famoso in tutto il mondo

«Esistono le prove che l’universo è stato creato da un Prodigioso Spaghetto Volante. Ovviamente non ci sono testimoni oculari ma ci sono delle narrazioni scritte. Abbiamo un bel po’ di libroni che spiegano in tutti i dettagli il suo potere.»


Senza arrivare al fanatismo di Bobby Henderson, autore della citazione, che ha dato vita a un movimento religioso, rappresentato dal “Mostro di Spaghetto Volante”, il pastafarianesimo, dottrina secondo la quale la pasta è all’origine dell’universo, si può dire senza timore di smentita che, nell’ambito degli alimenti, la pasta è una delle invenzioni più originali e più importanti che l’uomo abbia creato.
Da qualche anno sono proposti sul mercato addirittura formati inediti dai nomi fantasiosi, stampati in 3D, assolutamente innovativi rispetto ai prodotti tipici della tradizione, fatto veramente inimmaginabile qualche decennio fa.
Il fatto più sorprendente, però, è che uno dei pastifici più storici sia “in quota”, coi piedi ben piantati nelle Dolomiti, “Felicetti, il pastificio più alto d’Europa”, in Val di Fiemme, Trentino. Chi l’avrebbe mai detto?
L’immaginario della gente è sempre stato legato allo spaghetto con la pommarola, che porta alla mente il mare, il Sud d’Italia… la patria della pasta per antonomasia. Non potremo mai dimenticarci di Totò, che si riempie le tasche della sua giacchetta sdrucita con manciate di spaghetti, nell’indimenticabile film “Miseria e nobiltà”, ambientato a Napoli.
I tempi sono cambiati, “times have changed” e di conseguenza anche molte granitiche certezze, come gli spaghetti o i maccheroni, considerati di qualità, solo se sono made in Sud.
Per saperne di più, bisogna che vi accompagni virtualmente in questo mondo tutto da scoprire, senza saltare nessun passaggio, cominciando nientemeno che dal 1908.


Sarebbe forse il caso di cominciare con un classico “C’era una volta…”, come si usa per le favole, perché questo non è solo il racconto nel tempo di un’attività, ma in alcuni momenti ha le caratteristiche di una saga per la ricchezza di personaggi coraggiosi e tenaci, che ne sono protagonisti.
E quindi… C’era una volta Valentino Felicetti, che vede la luce nel 1864, poco dopo la proclamazione del regno d’Italia, avvenuta il 17 di marzo 1861 e l’incoronazione di Vittorio Emanuele II, primo re di questo regno neonato.
La nascita di Valentino cade quando ancora l’Italia non comprende alcuni territori nei suoi confini e, fra questi, il Trentino-Alto Adige, che sarà annesso all’Italia nel 1919.
Valentino Felicetti, a quell’epoca, si parla degli ultimi decenni dell’800, era occupato come imprenditore edile, spesso in viaggio, al servizio dell’Impero Austro-Ungarico e mai avrebbe immaginato che nel giro di pochi anni sarebbe diventato il capostipite di una futura, felice e prospera dinastia, grazie alla sua intelligenza, a una certa lungimiranza, ai molti sacrifici e, perché no, anche a un pizzico di audacia, perché la sua, a conti fatti, era una sfida. Chi avrebbe mai dato credito a un pastificio nato tra le montagne?

La famiglia ormai contava quattro figli e per Valentino Felicetti era giunta l’ora di lasciare quel lavoro così impegnativo che lo teneva troppo spesso lontano da casa. La decisione è presto presa, nel 1908 acquista il pastificio avviato nel 1902 da Luigi Giacomelli e crea l’azienda Felicetti, meglio il Pastificio Felicetti, con sede dello stabilimento a Predazzo, in Val di Fiemme, che non faceva ancora parte del Regno d’Italia.
L’obiettivo di Valentino, però, era quello di possedere un opificio dove il ruolo prevalente dovevano rivestirlo altre attività, mentre al pastificio era riservato un ruolo marginale, giusto per uso locale e di famiglia, ma che nel tempo diventerà l’attività predominante.
Una risorsa importante per l’impresa è costituita dalla famiglia, che tra figli, nipoti e cugini ne trae una grande forza lavoro, spirito imprenditoriale e un’efficiente gestione aziendale. E la magia dell’acqua, quell’acqua pura, meravigliosa, forza motrice della fabbrica e l’aria fina, incontaminata che scende per le valli, tesori preziosissimi.
La fabbrica cresce e il figlio maggiore di Valentino, Emilio ne prende la direzione. Si lavora in maniera indefessa, fino a dodici ore al giorno, tutto è rodato, tutto funziona. In agguato, però, il destino sta macchinando un evento devastante, di quelli che lasciano il segno.
Nel 1945 la struttura in legno dell’unità produttiva viene annientata da un incendio rovinoso, che risparmia solo l’abitazione. I vigili del fuoco a Predazzo non esistono e la famiglia, aiutata da tutta la comunità, sia pure con fatica, riesce a domare le fiamme. Ancora una volta con coraggio, volontà e con rinnovato entusiasmo, nel 1946 tutti sono pronti e il lavoro riprende a poco meno di un anno dalla terribile disgrazia.
I decenni successivi scorrono all’insegna dell’innovazione, della sperimentazione e di geniali intuizioni sia in ambito commerciale sia in ambito produttivo, con l’avvicendamento alla guida dell’azienda, dei figli ai padri.


Tra le tante “invenzioni” di questa realtà produttiva, di questo fiore all’occhiello vanto del food italiano è d’obbligo citare lo stabilimento rinnovato nel 2016, un vero gioiello in completa armonia con l’ambiente che lo ospita.
La pasta, la protagonista indiscussa di questa epopea che pasta è? Solo chi la produce può darne una descrizione esatta:
“Un prodotto composto da solo due ingredienti, la farina e l’acqua delle nostre montagne – oltre alla purissima aria delle alte quote – fonda la propria identità sulla rigida selezione e valutazione delle materie prime. Ecco dunque la ricerca inesausta delle migliori semole biologiche che, lavorate con cura e attenzione, daranno origine a una pasta di qualità superiore.
Il profumo della pasta “calata” nell’acqua bollente è il più sottile e sincero segnale di un carattere particolare, assieme a una risposta alla cottura e al condimento che sa andare incontro alle esigentissime richieste di importanti chef, di raffinati buongustai e di tutti gli appassionati di grande cucina domestica” come ci racconta Riccardo Felicetti
E oggi? Il pastificio Felicetti continua a essere geograficamente il più alto d’Europa, ma è anche al top sui mercati internazionali, ricercato dagli chef più blasonati per le loro deliziose creazioni culinarie e sta vivendo meritatamente i frutti della sfida lanciata dal capostipite Valentino Felicetti.
Riccardo Felicetti, attuale ceo del pastificio di Predazzo e per tanti anni presidente gruppo Pastai di Aidepi, oltre all’originale e molto esplicativo titolo di signore della pasta che viene dal freddo, in questa giornata celebrativa del World Pasta Day, credo che debba essere insignito di diritto, insieme a tutto il suo instancabile staff, del titolo di “signore della pasta” per la continua sperimentazione, sostenuta da una creatività senza confini.

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