“Quando Dio creò la donna dalla costola di Adamo, le donò una bellezza immortale, che perse per colpa del diavolo dopo che ebbe assaggiato la mela…” (Pierre Laruelle, L’ornement des dames, XIII secolo)
Queste è quanto afferma il predicatore Pierre Laruelle a proposito della bellezza muliebre. Nel Medioevo non può essere tollerato che una donna ricorra a degli artifici per rendere il suo aspetto più gradevole e, con i mezzi che ha a disposizione, cercare di combattere i danni che comporta l’avanzare dell’età.
Tutte le pratiche profane per diventare più belle sono aspramente condannate dai predicatori, che associano la cura del corpo a due gravi peccati: l’orgoglio e la lussuria. Ciò che è stato creato è opera di Dio, tutto ciò che la altera è una creazione del diavolo e lo specchio è la porta dell’inferno.
La bellezza è un’arte, dice la Genesi, attraverso le parole dell’angelo Azazel, angelo decaduto o addirittura potente demone, “l’arte di dipingersi il contorno degli occhi con l’antimonio”.
Ma questa arte nel tempo si è evoluta, a seconda delle epoche, fino al primo apparire delle moderne industrie cosmetiche del XIX secolo e che attualmente propongono modelli diversi e multiformi, seguendo estro e fantasia, per cercare di accontentare ogni esigenza dei consumatori.
E oggi a che punto siamo? A quali canoni le donne si rifanno? Cosa scegliere in un mare di messaggi, non tutti veritieri, i prodotti migliori per coltivare e conservare il più a lungo possibile una figura elastica, armonica e un viso con la pelle liscia, tenendo a bada rughe e zampe di gallina, senza ricorrere al bisturi della chirurgia estetica o a trattamenti invasivi e pericolosi?
Una prima risposta a miei quesiti l’ho trovata il 10 luglio 2019 a Milano, presso La Scuola de La Cucina Italiana dove, alla conferenza stampa per presentare la trentunesima edizione del Salone Internazionale del Biologico e del Naturale a Bologna, è stato dato ampio spazio sia alla cosmesi sia all’erboristeria, illustrandone ampiamente l’excursus positivo anche nel mondo del bio. Alle parole sono seguiti i fatti, precisi e puntuali, come promesso.
A settembre, in occasione della fiera, in un salone allestito ad hoc era presentato il meglio della cosmesi naturale: tanti nuovi prodotti, tante proposte per il benessere, con packaging molto invitanti, ma soprattutto sostenibili.
Il 2020 è saltato, purtroppo, per il Covid e alla fiera del 2021 non ho partecipato per un eccesso di prudenza da parte mia. Finalmente, siamo in un periodo di relativa sicurezza e vale sicuramente la pena di approfittarne. Tornerò a SANA n. 34 per riprendere il percorso lungo i sentieri della bellezza e del benessere naturale e sano, con la speranza, credo ben riposta, di trovare novità che possano creare un equilibrio fra cure del corpo e “maquillage”, che aspirino a una bellezza naturale e non artefatta e costruita con il bisturi.